PERFECT DAYS. 5 CAPOLAVORI RESTAURATI DI YASUJIRO OZU

La seconda rassegna della stagione curata dal Mbuse Cineclub è dedicata al regista giapponese Yasujiro Ozu (1903-1963). Cinque lungometrggi restaurati in versione originale sottotitolata in italiano. Il programma...

IL PROGRAMMA

2 aprile - VIAGGIO A TOKYO
9 aprile - TARDA PRIMAVERA
16 aprile - INIZIO D’ESTATE - IL TEMPO DEL RACCOLTO DEL GRANO
23 aprile - BUON GIORNO
30 aprile - IL GUSTO DEL SAKÈ

INIZIO PROIEZIONI ore 21:15
INGRESSO: interi 6€ | ridotti (Soci Casa del Cinema, Centro Pecci, Università Popolare Prato e abbonati Metastasio) 5€
INGRESSO RISERVATO AI POSSESSORI DI TESSERA ASSOCIATIVA 2024 (1€) È possibile sottoscrivere la tessera ogni sera prima di ciascuna proiezione.

PERFECT DAYS. CINQUE CAPOLAVORI RESTAURATI DI YASUJIRŌ OZU
Erano anni che un film di Wim Wenders non riscuoteva un successo di pubblico e di critica pari a quello del suo ultimo Perfect Days. Tale popolarità ha sicuramente diverse ragioni, che coinvolgono aspetti formali tanto quanto quelli sostanziali. Se, per esigenze cinefile, dovessimo individuare il riferimento più prossimo dei “giorni perfetti” di Hirayama, l'addetto alle pulizie dei bagni pubblici di Tokyo protagonista del film, non avremmo che da rivolgerci alle storie e al cinema di Yasujirō Ozu, che il regista tedesco non ha mai fatto mistero di adorare (tanto da dedicargli già nel 1985 il bellissimo Tokyo-Ga). Ma Wenders non è che uno degli autori che ha dichiarato di trovare ispirazione nelle opere del vecchio maestro giapponese, in buona compagnia di Scorsese, Kaurismäki, Jarmusch... e la lista potrebbe continuare. Con questa rassegna abbiamo cercato di individuare i motivi di tale considerazione, approfittando del prezioso lavoro della Tucker Film che, a 60 anni dalla prematura scomparsa di Ozu, ha scelto di riportare in sala numerosi suoi film in versione restaurata. Ciò che probabilmente rende il cinema di Ozu così universalmente apprezzato è la sua capacità di “dipingere” il mondo (il suo mondo, profondamente intriso di cultura giapponese) con pochi tratti e con la rara abilità di farsi quasi invisibile dietro la macchina da presa. Attivo sin dalla fine degli anni '20 nel mondo del cinema, quando gira i suoi primi lungometraggi, è solo nel Dopoguerra che Ozu affina e perfeziona il suo stile e confeziona i suoi migliori film. Da qui abbiamo attinto per la nostra selezione, a partire dal suo capolavoro, Viaggio a Tokyo (votato nel 2012 dalla rivista Sight and Sound come il miglior film mai realizzato) e da Tarda Primavera, che non è da meno rispetto al primo. Prima di concludere la rassegna con Il gusto del sakè, ultima opera del regista, realizzata pochi mesi prima della morte, avremo modo di proiettare due autentiche rarità: Inizio d'estate (conosciuto anche con il titolo Il tempo del raccolto del grano) e Buon giorno, una rara – dolcissima – commedia nella filmografia di Ozu, che vede come protagonisti due bambini alle prese con il desiderio di un nuovo apparecchio televisivo.